La differenza di essere donna

Ricerca e insegnamento della storia

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La trasmissione di ricchezza tra donneIsabel Pérez Molina.

Introduzione

La legislazione è al contempo parte del discorso del potere e arma per imporre o mantenere una struttura sociale data. Ne consegue che lo studio delle leggi e della loro applicazione concreta è ineludibile per conoscere come si struttura una società dal punto di vista del potere. Per quanto riguarda la differenza sessuale, diventa un elemento importante sapere come la normativa legale ha voluto, non sempre con successo, regolarizzare la vita delle donne, puntando specialmente sul diritto di famiglia e delle successioni, e imponendo il silenzio, o l’esclusione, nel diritto che, come afferma Milagros Rivera riferendosi al diritto pubblico nel Medioevo, non tocca le donne.

Nel periodo moderno bisogna considerare sia la legislazione civile sia quella eccelsiastica. La legislazione civile si occupa di diversi aspetti del diritto di famiglia, ma specialmente degli aspetti di tipo patrimoniale. Il diritto canonico regolamenta principalmente il matrimonio. L’esistenza di continui conflitti tra i due tribunali in materia di diritto di famiglia e l’interesse dello stato a legiferare sulla trasmissione patrimoniale, e pertanto a controllare in qualche modo la comunità familiare, denotano l’interesse delle istituzioni del potere a controllare settori della società che facilmente sfuggono loro di mano entrando nella sfera del quotidiano.

Quando si parla di trasmissione di ricchezza, generalmente si parla di beni materiali e della trasmissione del patrimonio. Nell’ordine simbolico patriarcale, le leggi di successione non faranno altro che garantire il funzionamento della struttura sociale così come è stabilita, struttura di cui fa parte, e insieme ne è il complemento, l’istituzione del matrimonio. Si tratta di garantire la trasmissione del patrimonio per via patrilineare. Le regole riguardanti l’eredità e la successione sfociano direttamente, secondo la definizione data a suo tempo da Christine Delphy, in rapporti patriarcali in cui si impedisce alle donne di ereditare a eguali condizioni rispetto ai fratelli maschi. Le donne diventano elementi necessari - per la loro funzione riproduttiva - ma non beneficiari della trasmissione ereditaria. In Catalogna questo si realizza attraverso l’istituzione dell’erede (hereu) o della promessa di eredità che trasforma il fedecommesso e la primogenitura maschili in legge universale. I meccanismi legali danno agli uomini una posizione privilegiata attraverso i capitolati matrimoniali e le prelazioni. Le donne potranno diventare ereditiere (pubillas) quando le oscillazioni della demografia sono loro favorevoli, cioè non ci sono fratelli maschi in famiglia o la maggiore delle sorelle o i fratelli maschi muoiono. Per il resto dovranno contentarsi dell’importo della dote che verrà data loro quando si sposano.

Tuttavia la trasmissione di ricchezza, soprattutto per le famiglie dove quello che è in gioco è la sopravvivenza, non si limita né ai grandi beni materiali né solamente a semplici beni materiali. Inoltre, nonostante la sua volontà universalistica e penetrativa, la legge non arrivava a tutti gli aspetti della vita quotidiana, per cui la pratica differiva spesso dal discorso giuridico. Anche se è vero che i pochi diritti che le donne avevano per legge non sempre erano rispettati, non è meno vero che le donne a loro volta facevano uso a proprio beneficio di una legge in linea di principio discriminatoria nei loro confronti. Nonostante le difficoltà le donne furono parte attiva della società sotto ogni aspetto, culturale, sociale, economico, creando diversi tipi di reti e di relazioni tra di loro. Alcune furono riconosciute all’epoca in cui vivevano e oltrepassarono i limiti imposti alla loro indipendenza.

La trasmissione di ricchezza tra donne

La trasmissione di ricchezza tra donne può essere considerata una forma di ginecoeredità e può anche essere un modo di mantenere viva la genealogia per via materna. La trasmissione di ricchezza tra donne può essere letta in vari modi e implica diversi gradi di solidarietà tra donne.

In primo luogo, la trasmissione di ricchezza tra donne ci indica l’esistenza di una relazione che sfugge all’ordine simbolico patriarcale e che ci introduce, in maniera più o meno chiara, nell’ordine simbolico della madre, dato che si tratta di relazioni che fuoriescono dai limiti del patriarcato.

Durante l’Età Moderna, i documenti notarili e processuali attraverso cui possiamo seguire la pratica della trasmissione di ricchezza tra donne o da parte delle donne, rivelano o fanno intuire i rapporti che le donne hanno tra loro, come tra madri-figlie, tra zie e nipoti, o tra sorelle, cognate e altre parenti, ma anche tra amiche o tra vicine. Questi rapporti ci indicano importanti gradi di complicità tra le donne, che crearono diverse reti di solidarietà e di mutua assistenza sia nella vita quotidiana sia alla morte, e che contribuiranno a consolidare il ruolo delle donne come elementi essenziali per la sopravvivenza loro e delle loro famiglie, fornendo loro la capacità di provvedere alla sussistenza tanto nei cicli espansivi quanto nei momenti difficili e di crisi.

Le relazioni tra donne, simboliche e reali, che si ricavano da questi documenti sono generalmente soprattutto tra madri e figlie, che costituirebbero un primo tipo di relazione rilevante facilmente documentata, a cui si aggiungono le relazioni tra parenti e tra donne senza rapporto di parentela, che costituirebbero un secondo e un terzo tipo di relazione.

A partire da qui è possibile affermare che la trasmissione di ricchezza non si limita soltanto alla trasmissione dell’eredità, ma anche a queste pratiche e/o doni tra donne nella vita quotidiana e alla trasmissione di tali pratiche e reti di relazioni tra donne, sia all’interno della stessa generazione sia a livello intergenerazionale. Le donne eserciteranno il matronato con le loro protette e la sorellanza con le vicine, amiche, sorelle.

I testamenti fatti da donne

Nell’Ancien Régime, fare testamento era una pratica abituale in tutti gli strati sociali. Si trattava di disporre le cose della vita dopo la morte e questo a sua volta faceva parte di un rituale che circondava la morte, impregnato di un forte sentimento religioso.

La maggior parte delle volte i beni posseduti dalle donne sono parecchio ridotti e si limitano alla dote. Ma non sempre lo si può constatare in modo esplicito, spesso lo si deduce dal tipo di legati: piccole somme di denaro, vestiti e gioielli. Alcune testatrici sì che si esprimono in questo senso e affermano che i beni oggetto di testamento provengono dalla dote.

In alcuni casi, tuttavia, si allude alla condizione di ereditiera della testatrice. In altri casi le testatrici sono ricche o posseggono beni immobili, benché questi spesso consistano unicamente nella casa in cui abitano. Per esempio, nel testamento fatto nel 1796, María Eulalia Pi y Jaquet afferma di avere una “bottega di cucito”, che lascia a una delle sue figlie, e non sembra essere la parte maggiore dei suoi beni, dato che il legato non è per quella che nomina ereditiera.

Le donne tendevano a fare testamento da vedove; insieme ad altri dati questo testimonia che le vedove godevano di una maggior libertà di testare rispetto ad altre donne, soprattutto le sposate, essendosi liberate della tutela maritale.

Una delle particolarità che si osservano quando si inizia la lettura di testamenti fatti da donne è l’apparire di altre donne come esecutrici testamentarie, in genere le figlie, nuore o altre parenti. La frequenza con cui compaiono donne esecutrici testamentarie è più alta nelle ultime volontà femminili, specialmente quando fanno testamento le donne nobili.

Nonostante il fatto che le leggi, il costume, la superstizione e altre cause inducessero o obbligassero le donne a seguire le norme che le discriminavano, molte volte esistevano fessure attraverso le quali si violava o aggirava la norma. Le donne tenteranno ripetutamente di sottrarsi alle norme. Nei testamenti fatti da donne durante l’Età Moderna, quando le madri fanno uso della loro matria potestà e nominano una ereditiera, la maggior parte di queste sono figlie della testatrice, che sono nominate ereditiere in mancanza di figli maschi, ma ci sono notevoli eccezioni in cui decidono di non seguire le norme patriarcali di successione e la figlia ereditiera ha fratelli maschi. In certi casi le testatrici nominano eredi i figli e le figlie in parti eguali, e in altri il figlio riceve un terzo dei beni e la figlia due terzi.

Ma dove più si notano le particolarità dei testamenti fatti da donne è nei legati. Le donne, anche quando al momento di fare testamento seguono le norme stabilite, si tengono sempre uno spazio per ricordarsi di altre donne. Qui si vede la grande disseminazione dei pochi beni che le donne avevano a favore di altre donne, parenti dirette e indirette, come zie, sorelle, nipoti..., e anche a favore di altre donne senza legami di parentela. Questi legati sono generalmente oggetti umili, di poco valore, ma che potevano avere un’importanza strategica chiave riguardo alla sopravvivenza. Rafforzano rapporti di parentela reali e fittizi, in realtà reti di solidarietà femminile, il cui obiettivo prioritario era di assicurare la sopravvivenza delle donne e delle loro famiglie.

Matria potestà

Margarida Call i Pedrals firma il testamento davanti al notaio a Barcellona il 26 agosto 1781, disponendo dei suoi beni e di quelli del marito, che le aveva concesso tale facoltà nel suo testamento - datato nel 1769. Nel testamento, Margarida fa uso della matria potestà e decide di fare una distribuzione in parti eguali dell’eredità tra suo figlio Esteve e sua figlia nubile, Teresa. La testatrice ha un’altra figlia a cui lascia 25 lire come supplemento di legittima e che è costituita erede con sua sorella e suo fratello ma solamente per tale importo, dato che, secondo Margarida, la sua parte le è già stata data come dote quando si è sposata. Inoltre, Margarida effettua un altro legato a Teresa, formato da vestiti e da un’immagine di Nostra Signora del Carmen. È questo un atto di autorità femminile con il quale Margarida viola i modelli imperanti delle leggi di successione patriarcali a beneficio delle figlie, e in particolare di sua figlia Teresa.

Le donne e la legge

Le leggi patriarcali appaiono, in linea di principio, come un ostacolo alla libertà femminile. La necessità di adattarsi ai valori marcati dai codici dell’onore si intreccerebbe con il fatto che questi e altre normative non otterrebbero mai il successo desiderato e si scontrerebbero sempre con una resistenza più o meno patente e diffusa. Le leggi e i codici maschili dell’onore cercherebbero di delineare i margini d’azione per le donne della Spagna moderna, margini che imporrebbero limitazioni alla capacità di agire delle donne in diversi ambiti: in ambito legale, attraverso l’impossibilità di possedere una personalità giuridica completa; in ambito lavorativo, circoscrivendo i compiti femminili dentro spazi determinati e senza riconoscimento sociale; nell’ambito del pubblico, negando loro l’uso della parola, della scrittura ecc.

Tuttavia, le barriere imposte sarebbero state spesso oltrepassate. L’ambiguità dei confini o frontiere che nel corso della storia hanno separato ciò che si è considerato onorevole da ciò che no, ha fatto sì che si configurasse una linea divisoria ampia quanto basta, e a sua volta ha consentito un certo margine di manovra che le donne hanno usato per il loro sviluppo personale e/o per il proprio desiderio. Le donne furono capaci di usare a proprio vantaggio un sistema legale discriminatorio. Le donne presero dalla legge patriarcale quello che interessava loro per i propri progetti. Per esempio, rimanendo usufruttuarie dopo essersi risposate, e persino essendosi risposate prima che passasse l’anno di lutto, o restando in una separazione di fatto in attesa di una sentenza che poteva non arrivare mai - di fatto i processi di separazione matrimoniale costituirono per le donne una strategia che aveva l’obiettivo di sfuggire alla tutela maritale e ottenere maggior indipendenza.

I processi civili del Regio Tribunale mostrano la complessità dei rapporti tra donne e tra queste e la legge, dal momento che danno voce a molte donne che non possono esprimersi in altri tipi di documenti giuridici. In questi processi le donne mostrano in gran parte i loro desideri, i loro legami con altre donne, le loro relazioni d’amore e disamore, a volte il legame tra classi.

Indicazioni didattiche

Per classi del biennio di scuola media superiore:

Leggere la traduzione o una sua parte scelta dalla professoressa. Indicare il tipo di rapporti tra donne che si trovano nel testo e cercarne di simili nelle famiglie e nelle cerchie di vicinato di ciascuna allieva/o.

Per classi del triennio di scuola media superiore o del primo ciclo universitario:

Confrontare il testo con un testamento firmato da un uomo, in particolare se lui stesso è erede. Per fare ciò accedere agli archivi locali o al registro notarile per scegliere un testo dello stesso periodo.

Imaginni
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Indice
documenti relativi
  1. 1. Testamento, Margarida Call i Pedrals.