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Sguardi incrociati
I viceré di Napoli e l'immagine della
Monarchia di Spagna nell'età barocca
/INTRODUCCIÓN
Nel corso di due secoli, da l’inizio Cinquecento ai primi anni del Settecento, il Regno di Napoli fu governato, in quanto parte dell'impero spagnolo, da potenti viceré che si comportarono di diritto e di fatto come alter ego dei sovrani.

Gli storici dell'Ottocento, specialmente dopo l'Unità d'Italia, tendevano a considerare il governo dei viceré come la causa dei principali problemi del Mezzogiorno. Tale visione è cambiata molto negli ultimi decenni, da quando gli studiosi hanno evidenziato, piuttosto, la complessità e la varietà delle questioni che dovettero affrontare.

Il progetto multimediale Sguardi Incrociati si sofferma su uno degli aspetti più evidenti del governo dei viceré: la loro attività di grandi mecenati d'arte e di cultura. La maggior parte di loro apparteneva all'alta aristocrazia castigliana, e furono capaci di trasformare Napoli in una magnifica corte, che aspirava a competere con quella romana dei pontefici e con la stessa corte dei re di Spagna.

I risultati di questa loro attività sono ancora oggi visibili, sia in campo urbanistico che in architettura, civile e religiosa, e sia nella capitale che nelle principali città del regno. Tuttavia, gli effetti più eclatanti arrivarono nella stessa Spagna. Di fatto, al termine del mandato a Napoli, i viceré portarono con sé una grande quantità di opere, come dipinti, sculture, mobilia e libri, che avevano acquisito (a volte con metodi al limite della legalità) in città. Anche grazie a loro, Napoli divenne, sotto diversi aspetti, il vero centro culturale della monarchia spagnola.

Una parte di queste opere passarono a formar parte della loro collezione privata. Al ritorno a Madrid o nelle proprie città d'origine, molti viceré allestirono nei loro palazzi gallerie destinate ad esporle. Ma in molti casi il dispendioso stile di vita che conducevano fece sì che alla fine loro stessi o i loro eredi erano costretti a venderle per pagare i debiti. In tal modo, molte collezioni andarono ben presto incontro alla dispersione, e le opere di artisti napoletani finirono nei luoghi più impensabili.

In altri casi, il destino delle opere inviate in Spagna dai viceré fu costituito da chiese e conventi locali, su cui esercitavano un patronato diretto. Alcuni di questi luoghi finirono per costituire, oggi come allora, veri e propri ambienti napoletani nel cuore della penisola iberica.

Ma i viceré non lavorarono solo per la loro collezione privata. Uno degli obiettivi che dovevano raggiungere era contribuire a colmare la voglia insaziabile di opere d'arte da parte dei sovrani. Talvolta lo fecero mediante prestigiosi regali, con i quali speravano altresì di ottenere qualche riconoscimento come ricompensa. Altre volte, invece, agirono dietro espressa richiesta dei loro monarchi, che commissionavano opere ai più famosi artisti italiani per decorare le proprie residenze. Ciò avvenne soprattutto nel corso del decennio 1620-1630, quando il re Filippo IV stava facendo costruire un casino di ricreo, il Buen Retiro, nei dintorni di Madrid. In tal modo, l'estetica italiana contribuì in maniera notevole a creare l'immagine pubblica della monarchia spagnola.

Per la gran parte dei viceré Napoli fu la tappa finale di un lungo percorso. Nel loro viaggio fino alla capitale del regno molti realizzarono un percorso per la penisola italiana, che solitamente cominciava a Genova, passava talvolta per Firenze o Venezia, e che quasi sempre aveva come tappa obbligata Roma. Di fatto, prima di svolgere l'incarico di viceré di Napoli, molti erano già stati ambasciatori della monarchia spagnola presso la Santa Sede. A Roma ebbero l'opportunità di conoscere alcuni dei principali artisti italiani ed europei e di farsi coinvolgere nel clima di effervescenza visiva proprio della controriforma.

Per riflettere l'intensa circolazione di opere d'arte tra Italia a Spagna attraverso i viceré, il progetto Sguardi Incrociati è pensato come un viaggio di andata e ritorno. Servendoci di mappe e piante coeve, abbiamo segnalato i diversi luoghi dove la loro attività di mecenati ha lasciato segni tangibili.

Sebbene i viceré ammirarono e accolsero con entusiasmo la produzione dei principali artisti italiani, il loro atteggiamento non fu sempre e solo passivo. Molti di loro furono esperti coonisseurs con gusti elaborati e un'idea molto chiara su quello che volevano ottenere. Pertanto, il loro mecenatismo fu il risultato dell'incontro tra le loro aspettative come patroni e le possibilità del linguaggio formale elaborato dagli artisti italiani. Da qui il titolo del progetto: Sguardi Incrociati.

Il progetto multimediale è stato realizzato dal gruppo di ricerca "Poder i Representacions" dell'Universitat de Barcelona, nell'ambito del progetto europeo ENBaCH (European Network for the Baroque Cultural Heritage), coordinato dall'Università "La Sapienza" di Roma diretto dalla professoressa Renata Ago, che desidero ringraziare per il grande aiuto che ci ha dato, per la fiducia che ha sempre manifestato sul nostro lavoro e (perché non dirlo!) per la pazienza e la comprensione dimostrataci, anche quando, in algune fasi del lavoro, avrebbe avuto tutti i motivi per pensare che questo progetto non sarebbe andato a buon fine.

Alle circa 150 schede che compongono il progetto hanno collaborato 36 studiosi di diverse nazionalità, tra cui figurano docenti e ricercatori di cinque diversi paesi europei.

/SCENARI
Clicca sui titoli sottostanti e visualizza le sette mappe del XVII secolo per scoprire i luoghi più rappresentativi del governo e del mecenatismo del viceré di Napoli.
.01
EUROPA HISPÁNICA
IL VIAGGIO IN ITALIA

Per molti ambasciatori e viceré spagnoli la missione in Italia è stata anche la loro prima esperienza all'estero. Sebbene fossero già al corrente della cultura italiana, molto presente nei palazzi e nelle chiese spagnole, il contatto diretto fu certamente forte. Quella italiana era, per molti aspetti, la cultura dominante del momento, per ciò che riguarda sia gli artefici (architetti, pittori, scultori, scrittori…) che i mecenati. Alcune delle città che visitarono non erano assolutamente comparabili, per il livello dei palazzi e delle chiese, con i centri castigliani (escludendo appena Siviglia e Madrid). Le fonti riportano con frequenza che nel corso del viaggio verso Napoli venivano invitati dalle autorità locali a conoscere “le curiosità del luogo”, il che riguardava non solo edifici pubblici e religiosi, ma anche l'interno delle principali residenze private, in molte delle quali vennero ospitati.

Se volevano essere rispettati in ambito italiano, gli agenti del re cattolico dovevano necessariamente fare un ulteriore sforzo per competere sul fronte dei simboli. I preparativi del viaggio e la portata, in alcuni casi esagerata, del seguito e della guardaroba erano particolarmente significativi dell'importanza data a questo tipo di viaggio. La quantità di bagagli che portavano con sé causò non pochi problemi logistici, sia per il trasporto che per la sicurezza. Oltre a generare stupore nei centri in cui sostavano.

Nonostante non vi fosse un itinerario predeterminato verso Roma e Napoli, vi erano senz'altro dei passaggi obbligati. Alcuni centri che li ospitarono durante il viaggio (Genova, Venezia, Firenze, Civitavecchia…) destarono autentica sorpresa, e permisero loro di venire a conoscenza di pratiche mondane che alla fine incorporarono nel proprio stile di vita. Talvolta, durante queste soste ricevevano vari oggetti e regali, ed entravano in contatto con artisti ai quali commissionarono opere per la loro collezione o per le chiese spagnole di cui erano benefattori.

Pieter van der Aa, Tabula Geographica quae Continet Totam Fere Europam et Proxima Africae In usum Historiae Recentioris (1710)
Lugduni Batavorum [Leyden]: apud Petrum vander Aa, cum Privilegio, 1710.

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
IL VIAGGIO IN ITALIA

Per molti ambasciatori e viceré spagnoli la missione in Italia è stata anche la loro prima esperienza all'estero. Sebbene fossero già al corrente della cultura italiana, molto presente nei palazzi e nelle chiese spagnole, il contatto diretto fu certamente forte. Quella italiana era, per molti aspetti, la cultura dominante del momento, per ciò che riguarda sia gli artefici (architetti, pittori, scultori, scrittori…) che i mecenati. Alcune delle città che visitarono non erano assolutamente comparabili, per il livello dei palazzi e delle chiese, con i centri castigliani (escludendo appena Siviglia e Madrid). Le fonti riportano con frequenza che nel corso del viaggio verso Napoli venivano invitati dalle autorità locali a conoscere “le curiosità del luogo”, il che riguardava non solo edifici pubblici e religiosi, ma anche l'interno delle principali residenze private, in molte delle quali vennero ospitati.

Se volevano essere rispettati in ambito italiano, gli agenti del re cattolico dovevano necessariamente fare un ulteriore sforzo per competere sul fronte dei simboli. I preparativi del viaggio e la portata, in alcuni casi esagerata, del seguito e della guardaroba erano particolarmente significativi dell'importanza data a questo tipo di viaggio. La quantità di bagagli che portavano con sé causò non pochi problemi logistici, sia per il trasporto che per la sicurezza. Oltre a generare stupore nei centri in cui sostavano.

Nonostante non vi fosse un itinerario predeterminato verso Roma e Napoli, vi erano senz'altro dei passaggi obbligati. Alcuni centri che li ospitarono durante il viaggio (Genova, Venezia, Firenze, Civitavecchia…) destarono autentica sorpresa, e permisero loro di venire a conoscenza di pratiche mondane che alla fine incorporarono nel proprio stile di vita. Talvolta, durante queste soste ricevevano vari oggetti e regali, ed entravano in contatto con artisti ai quali commissionarono opere per la loro collezione o per le chiese spagnole di cui erano benefattori.

Pieter van der Aa, Tabula Geographica quae Continet Totam Fere Europam et Proxima Africae In usum Historiae Recentioris (1710)
Lugduni Batavorum [Leyden]: apud Petrum vander Aa, cum Privilegio, 1710.

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
.02
ROMA
LA ROMA SPAGNOLA

Nella sua veste di capitale della cristianità e di caput mundi, Roma era particolarmente significativa per la monarchia cattolica. Fu lo sfondo in cui si svolsero i principali temi della politica internazionale, oltre ad essere, naturalmente, la residenza del Papa, che gli spagnoli consideravano sempre nella sua duplice veste di successore di Pietro e di principe temporale, benché con interessi spesso divergenti da quelli spagnoli.

Roma nel Seicento era a tutti gli effetti una città internazionale, in cui diverse nazioni facevano a gara per affermare la propria egemonia in ambito simbolico. Fin dal tardo Medioevo i sovrani spagnoli avevano cercato di definire il proprio spazio nella città eterna. L’attività delle chiese e dei cardinali nazionali è assolutamente cruciale per comprendere le dimensioni di questa rivalità.

Per potersi muovere nell’ambiente romano era fondamentale ingraziarsi i cardinali ed i principi locali. In questo senso, i doni diplomatici aiutavano a distendere le tensioni e ad ottenere la loro benevolenza.

Fin dai primi decenni del XVII secolo era chiaro che per competere in questa battaglia simbolica era essenziale disporre di una solida base operativa, ovvero di un palazzo in grado di rivaleggiare con le residenze dei cardinali e, soprattutto, con Palazzo Farnese, occupato dagli ambasciatori del re di Francia. La residenza affittata alla famiglia Colonna ai Santi Apostoli cominciò ben presto ad essere insufficiente per svolgere tale ruolo. Per questa ragione il conte di Monterrey spostò la sede dell’ambasciata al palazzo Monaldeschi, che col tempo sarebbe diventato il palazzo di Spagna a Roma.

Naturalmente, il primo destinatario di questa politica di rappresentazione era lo stesso pontefice. Pertanto, le udienze papali - soprattutto le prime, durante le quali gli ambasciatori presentavano le loro credenziali - furono oggetto di un'accurata preparazione, che a volte cominciava a corte, ben prima di intraprendere il viaggio. Anche se, indubbiamente, il momento cerimoniale più significativo, l'offerta della Chinea, costituiva un palese tributo di vassallaggio del Regno di Napoli, per mostrare il potere del re cattolico e dei loro rappresentanti, tale evento era sfruttato anche per mostrare la potenza del re cattolico e dei suoi rappresentanti.

Questo scenario prova a individuare i diversi campi d'azione degli spagnoli a Roma, sia in merito agli spazi fisici della città che alle cerimonie vi si tenevano.

Battista Falda, Pietro Aquila, Nuova pianta et alzata della città di Roma con tutte le strade, piazze et edifici (1710-1713)
Roma, Archivio Storico Capitolino

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
L'IMMAGINE DELLA MONARCHIA NEL REGNO

Il Regno di Napoli non era solo la capitale partenopea. Era il dominio più vasto della penisola italiana, che si estendeva dai confini con lo Stato della Chiesa fino allo stretto di Messina. Un territorio eterogeneo dal punto di vista geográfico e sociale che, per i sovrani spagnoli, svolgeva una funzione di prim’ordine sia per la posizione strategica contro la minaccia turca che per il contributo, in uomini e denaro, al sostentamento della monarchia.

L'obiettivo di questo scenario è ampliare l’idea che solitamente si ha del regno, includendo città e territori che hanno svolto un ruolo di primo piano per lo sviluppo economico, politico e culturale.
Per farlo, parleremo della circolazione di informazioni ed opere tra centro e periferia, attraverso le donazioni per la decorazione dei principali luoghi di culto (San Nicola di Bari, San Domenico di Soriano Calabro, le tombe degli apostoli Matteo e Andrea, a Salerno e Amalfi), mediante la diffusione dell’immagine reale (come la serie di monumenti dedicati a Carlo II), e riflettendo sul ruolo dei vescovi che, andando oltre la loro missione strettamente religiosa, agirono come veri e propri agenti reali nel controllo del territorio.

Joan Blaeu, Reino de Nápoles. De Theatrum orbis terrarum, sive Atlas novus in quo tabulae et descriptiones omnium regionum. Pars tertia

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
.03
IL REGNO DI NAPOLI
L'IMMAGINE DELLA MONARCHIA NEL REGNO

Il Regno di Napoli non era solo la capitale partenopea. Era il dominio più vasto della penisola italiana, che si estendeva dai confini con lo Stato della Chiesa fino allo stretto di Messina. Un territorio eterogeneo dal punto di vista geográfico e sociale che, per i sovrani spagnoli, svolgeva una funzione di prim’ordine sia per la posizione strategica contro la minaccia turca che per il contributo, in uomini e denaro, al sostentamento della monarchia.

L'obiettivo di questo scenario è ampliare l’idea che solitamente si ha del regno, includendo città e territori che hanno svolto un ruolo di primo piano per lo sviluppo economico, politico e culturale.
Per farlo, parleremo della circolazione di informazioni ed opere tra centro e periferia, attraverso le donazioni per la decorazione dei principali luoghi di culto (San Nicola di Bari, San Domenico di Soriano Calabro, le tombe degli apostoli Matteo e Andrea, a Salerno e Amalfi), mediante la diffusione dell’immagine reale (come la serie di monumenti dedicati a Carlo II), e riflettendo sul ruolo dei vescovi che, andando oltre la loro missione strettamente religiosa, agirono come veri e propri agenti reali nel controllo del territorio.

Joan Blaeu, Reino de Nápoles. De Theatrum orbis terrarum, sive Atlas novus in quo tabulae et descriptiones omnium regionum. Pars tertia

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
L'IMMAGINE DELLA MONARCHIA NEL REGNO

Il Regno di Napoli non era solo la capitale partenopea. Era il dominio più vasto della penisola italiana, che si estendeva dai confini con lo Stato della Chiesa fino allo stretto di Messina. Un territorio eterogeneo dal punto di vista geográfico e sociale che, per i sovrani spagnoli, svolgeva una funzione di prim’ordine sia per la posizione strategica contro la minaccia turca che per il contributo, in uomini e denaro, al sostentamento della monarchia.

L'obiettivo di questo scenario è ampliare l’idea che solitamente si ha del regno, includendo città e territori che hanno svolto un ruolo di primo piano per lo sviluppo economico, politico e culturale.
Per farlo, parleremo della circolazione di informazioni ed opere tra centro e periferia, attraverso le donazioni per la decorazione dei principali luoghi di culto (San Nicola di Bari, San Domenico di Soriano Calabro, le tombe degli apostoli Matteo e Andrea, a Salerno e Amalfi), mediante la diffusione dell’immagine reale (come la serie di monumenti dedicati a Carlo II), e riflettendo sul ruolo dei vescovi che, andando oltre la loro missione strettamente religiosa, agirono come veri e propri agenti reali nel controllo del territorio.

Joan Blaeu, Reino de Nápoles. De Theatrum orbis terrarum, sive Atlas novus in quo tabulae et descriptiones omnium regionum. Pars tertia

Chiesa
Palazze
Monumento
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Musica
Case reali
.04
NAPOLI
NAPOLI E I VICERÉ

All’inizio del XVII secolo Napoli presentava la più alta densità urbana in Europa, e coem tale era scenario di accentuati contrasti sociali. Orde di bisognosi coesistevano perfettamente con l'opulenza di un baronaggio che faceva capo a una nobiltà che era tra le più ricche ed antiche del continente.
La città si caratterizzava anche per la più grande concentrazione europea di palazzi e chiese, con un folto clero e una considerevole presenza di ordini religiosi, che con i loro conventi e monasteri crearono autentiche isole all'interno del tessuto urbano della città.

Un’elevata presenza di soldati sottopagati e spesso in conflitto con la popolazione locale, orde di ministri e truffatori contribuirono a rendere Napoli "la más rica y más viciosa ciudad que había en todo el universo mundo", come ebbe a dire Miguel de Cervantes. Un coacervo sociale, instabile come la lava del Vesuvio, a rischio costante di rivolta, dinanzi alla quale davvero poco poteva fare il tribunale di giustizia. Era questo lo scenario che conobbe Caravaggio, e che rappresentò nelle Sette opere della misericordia. Questo era anche il luogo in cui i viceré spagnoli dovevano svolgere la loro missione.

Le grandi fortezze di Castel Sant’Elmo e Castel Nuovo erano destinate a controllare la città, più che a difenderla, ciononostante il dominio dei viceré non fu solo militare. Una delle principali battaglie che portarono avanti era diretta al controllo simbolico del territorio urbano: dalle riforme urbanistiche alla costruzione di palazzi, dal patronato delle chiese alla magnificenza delle cerimonie. I viceré erano coscienti di quanto fosse difficile controllare i diversi aspetti della vita della città, a partire dai suoi organi di governo o dai suoi riti, devozioni e cerimonie. Tuttavia, giocava a loro favore una consolidata tradizione monarchica, coltivata dai tempi degli Angiò e degli Aragonesi.
Per raggiungere tale obiettivo, beneficiarono dell’intensa attività culturale e artistica della città, che loro stessi contribuirono a sviluppare. Com’è stato sottolineato, alcuni dei viceré spagnoli a Napoli furono anche tra i più importanti mecenati e collezionisti dell’epoca. Ciò non fu dovuto solo alle inclinazioni personali. Una delle principali responsabilità di cui furono investiti era procurare per la corte le risorse culturali che contribuirono in maniera decisiva a costruire l’immagine pubblica del re di Spagna.

Alessandro Baratta, Fidelissimae urbis neapolitanae cum omnibus viis accurata et nova delineatio aedita in lucem ab Alexandro Baratta MDCXXVIIII (1629)
Napoli, Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano, Collezione Intesa Sanpaolo

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
NAPOLI E I VICERÉ

All’inizio del XVII secolo Napoli presentava la più alta densità urbana in Europa, e coem tale era scenario di accentuati contrasti sociali. Orde di bisognosi coesistevano perfettamente con l'opulenza di un baronaggio che faceva capo a una nobiltà che era tra le più ricche ed antiche del continente.
La città si caratterizzava anche per la più grande concentrazione europea di palazzi e chiese, con un folto clero e una considerevole presenza di ordini religiosi, che con i loro conventi e monasteri crearono autentiche isole all'interno del tessuto urbano della città.

Un’elevata presenza di soldati sottopagati e spesso in conflitto con la popolazione locale, orde di ministri e truffatori contribuirono a rendere Napoli "la más rica y más viciosa ciudad que había en todo el universo mundo", come ebbe a dire Miguel de Cervantes. Un coacervo sociale, instabile come la lava del Vesuvio, a rischio costante di rivolta, dinanzi alla quale davvero poco poteva fare il tribunale di giustizia. Era questo lo scenario che conobbe Caravaggio, e che rappresentò nelle Sette opere della misericordia. Questo era anche il luogo in cui i viceré spagnoli dovevano svolgere la loro missione.

Le grandi fortezze di Castel Sant’Elmo e Castel Nuovo erano destinate a controllare la città, più che a difenderla, ciononostante il dominio dei viceré non fu solo militare. Una delle principali battaglie che portarono avanti era diretta al controllo simbolico del territorio urbano: dalle riforme urbanistiche alla costruzione di palazzi, dal patronato delle chiese alla magnificenza delle cerimonie. I viceré erano coscienti di quanto fosse difficile controllare i diversi aspetti della vita della città, a partire dai suoi organi di governo o dai suoi riti, devozioni e cerimonie. Tuttavia, giocava a loro favore una consolidata tradizione monarchica, coltivata dai tempi degli Angiò e degli Aragonesi.
Per raggiungere tale obiettivo, beneficiarono dell’intensa attività culturale e artistica della città, che loro stessi contribuirono a sviluppare. Com’è stato sottolineato, alcuni dei viceré spagnoli a Napoli furono anche tra i più importanti mecenati e collezionisti dell’epoca. Ciò non fu dovuto solo alle inclinazioni personali. Una delle principali responsabilità di cui furono investiti era procurare per la corte le risorse culturali che contribuirono in maniera decisiva a costruire l’immagine pubblica del re di Spagna.

Alessandro Baratta, Fidelissimae urbis neapolitanae cum omnibus viis accurata et nova delineatio aedita in lucem ab Alexandro Baratta MDCXXVIIII (1629)
Napoli, Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano, Collezione Intesa Sanpaolo

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Palazze
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Case reali
.05
IL PALAZZO REALE
NEL PALAZZO REALE

Il palazzo in cui risiedevano i viceré fu un elemento chiave in una strategia volta a consolidare la loro autorità nella battaglia per il dominio delle rappresentazioni simboliche del potere, battaglia che li vedeva fronteggiarsi contro gli ordini religiosi, le élite locali e le masse popolari.
All’inizio del XVII secolo appariva chiaro che né la fortezza di Castel Nuovo, né il palazzo costruito da Ferdinando Manlio su richiesta di Pedro de Toledo (nel quale i viceré avevano dimorato nel corso del secolo precedente) erano adeguati alle loro necessità di rappresentanza. Così come sostenne l’erudito locale Giulio Cesare Capaccio, questa fu la ragione principale che spinse il VI conte di Lemos a incaricare a Domenico Fontana, già architetto papale, la costruzione di un nuovo palazzo.
Fontana pensó l’edificio in funzione delle necessità cerimoniali dei viceré. In tal modo, lo scenario che qui si presenta consentirà di ripercorrere gli ambienti principali del palazzo e le attività che vi si svolgevano: le varie sale dedicate alle udienze pubbliche, decorate con cicli pittorici pensati per trasmettere messaggi ben precisi; la cappella reale, con una particolare disposizione degli spazi e degli oggetti di culto; la galleria, dov’era esposta la collezione personale dei viceré e dove si svolgevano le riunioni di governo più importanti; gli appartamenti privati della famiglia del viceré; l’attività teatrale e festiva...
Se l’interno del palazzo venne concepito nel minimi dettagli per esaudire le necessità rappresentative dei viceré, l’esterno non fu da meno, come dimostrano sia la sua posizione - direttamente accessibile dal porto - che la sua facciata, pensata come sfondo dell’immenso scenario che era Largo di Palazzo, che divenne ben presto lo scenario principale delle cerimonie pubbliche organizzate dai viceré.

Pianta del piano nobile di Palazzo Reale (prima metà del XVIII secolo)
Napoli, Archivio di Stato di Napoli.

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
NEL PALAZZO REALE

Il palazzo in cui risiedevano i viceré fu un elemento chiave in una strategia volta a consolidare la loro autorità nella battaglia per il dominio delle rappresentazioni simboliche del potere, battaglia che li vedeva fronteggiarsi contro gli ordini religiosi, le élite locali e le masse popolari.
All’inizio del XVII secolo appariva chiaro che né la fortezza di Castel Nuovo, né il palazzo costruito da Ferdinando Manlio su richiesta di Pedro de Toledo (nel quale i viceré avevano dimorato nel corso del secolo precedente) erano adeguati alle loro necessità di rappresentanza. Così come sostenne l’erudito locale Giulio Cesare Capaccio, questa fu la ragione principale che spinse il VI conte di Lemos a incaricare a Domenico Fontana, già architetto papale, la costruzione di un nuovo palazzo.
Fontana pensó l’edificio in funzione delle necessità cerimoniali dei viceré. In tal modo, lo scenario che qui si presenta consentirà di ripercorrere gli ambienti principali del palazzo e le attività che vi si svolgevano: le varie sale dedicate alle udienze pubbliche, decorate con cicli pittorici pensati per trasmettere messaggi ben precisi; la cappella reale, con una particolare disposizione degli spazi e degli oggetti di culto; la galleria, dov’era esposta la collezione personale dei viceré e dove si svolgevano le riunioni di governo più importanti; gli appartamenti privati della famiglia del viceré; l’attività teatrale e festiva...
Se l’interno del palazzo venne concepito nel minimi dettagli per esaudire le necessità rappresentative dei viceré, l’esterno non fu da meno, come dimostrano sia la sua posizione - direttamente accessibile dal porto - che la sua facciata, pensata come sfondo dell’immenso scenario che era Largo di Palazzo, che divenne ben presto lo scenario principale delle cerimonie pubbliche organizzate dai viceré.

Pianta del piano nobile di Palazzo Reale (prima metà del XVIII secolo)
Napoli, Archivio di Stato di Napoli.

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Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
.06
SPAGNA
L'EREDITÀ DEI VICERÉ IN SPAGNA

L'esperienza napoletana permise ai viceré di conoscere non solo la ricca tradizione culturale e artistica locale, ma anche di coltivare l'interesse per l'antico e per l'arte italiana in genere, che con la loro attività di committenti contribuirono a sviluppare e diffondere.
Molti viceré spagnoli a Napoli impiegarono le loro forze per impossessarsi o richiedere opere d'arte. A qualsiasi costo. In molti casi vissero la permanenza napoletana come un'occasione unica, e la sfruttarono intensamente. Una parte considerevole di questa attività rimase nella stessa città, ma molto venne portato in Spagna. Diversi viceré tornarono dal loro mandato a bordo di navi cariche di opere, acquisite in maniera non sempre corretta.
La presenza dell'arte italiana in Spagna è stata oggetto d'indagine da parte di numerosi studiosi, a cominciare da Alfonso Emilio Pérez Sánchez. La nostra attenzione sarà rivolta, in questo scenario, sul ruolo dei viceré di Napoli in tale passaggio, e sul destino delle varie opere. Oltre agli oggetti in sé, ci interessa il contesto e la missione che svolsero.
Una volta giunte in Spagna, le opere d'arte vennero distribuite in palazzi, chiese e conventi (alcuni dei quali fondati dagli stessi viceré), contribuendo in tal modo a modificare il punto di vista e il gusto dei loro contemporanei, com'è evidente dalla produzione artistica spagnola dell'epoca. È difficile capire il “Siglo de Oro” senza considerare questo aspetto.
Uno dei temi meno noti, e che in questa occasione abbiamo voluto sottolineare, è rappresentato dalle opere che vennero donate ad istituzioni religiose, spesso conventi di clausura, e che per questo sono state in molti casi escluse dalla vista sia del grande pubblico che degli studiosi. Proveremo, pertanto, a tracciare una mappa della diffusione di queste opere nella penisola spagnola.
Ovviamente, tali opere contribuirono anche a esaltare la figura dei propri viceré e delle rispettive casate. Molti di loro allestirono nei propri palazzi spagnoli gallerie di quadri e opere d'arte italiana.

Nova et accurata Tabula Hispaniae Praecipuis Urbib[us]Vestitu, Insignib[us] et Antiquitatibus exornata (1623)
Madrid, Biblioteca Nacional de España.

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
L'EREDITÀ DEI VICERÉ IN SPAGNA

L'esperienza napoletana permise ai viceré di conoscere non solo la ricca tradizione culturale e artistica locale, ma anche di coltivare l'interesse per l'antico e per l'arte italiana in genere, che con la loro attività di committenti contribuirono a sviluppare e diffondere.
Molti viceré spagnoli a Napoli impiegarono le loro forze per impossessarsi o richiedere opere d'arte. A qualsiasi costo. In molti casi vissero la permanenza napoletana come un'occasione unica, e la sfruttarono intensamente. Una parte considerevole di questa attività rimase nella stessa città, ma molto venne portato in Spagna. Diversi viceré tornarono dal loro mandato a bordo di navi cariche di opere, acquisite in maniera non sempre corretta.
La presenza dell'arte italiana in Spagna è stata oggetto d'indagine da parte di numerosi studiosi, a cominciare da Alfonso Emilio Pérez Sánchez. La nostra attenzione sarà rivolta, in questo scenario, sul ruolo dei viceré di Napoli in tale passaggio, e sul destino delle varie opere. Oltre agli oggetti in sé, ci interessa il contesto e la missione che svolsero.
Una volta giunte in Spagna, le opere d'arte vennero distribuite in palazzi, chiese e conventi (alcuni dei quali fondati dagli stessi viceré), contribuendo in tal modo a modificare il punto di vista e il gusto dei loro contemporanei, com'è evidente dalla produzione artistica spagnola dell'epoca. È difficile capire il “Siglo de Oro” senza considerare questo aspetto.
Uno dei temi meno noti, e che in questa occasione abbiamo voluto sottolineare, è rappresentato dalle opere che vennero donate ad istituzioni religiose, spesso conventi di clausura, e che per questo sono state in molti casi escluse dalla vista sia del grande pubblico che degli studiosi. Proveremo, pertanto, a tracciare una mappa della diffusione di queste opere nella penisola spagnola.
Ovviamente, tali opere contribuirono anche a esaltare la figura dei propri viceré e delle rispettive casate. Molti di loro allestirono nei propri palazzi spagnoli gallerie di quadri e opere d'arte italiana.

Nova et accurata Tabula Hispaniae Praecipuis Urbib[us]Vestitu, Insignib[us] et Antiquitatibus exornata (1623)
Madrid, Biblioteca Nacional de España.

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
.07
MADRID
I VICERÉ E L'ARTE NAPOLETANA A CORTE

Il destino principale della gran parte di opere d'arte inviata in Spagna dai viceré di Napoli furono le residenze e le fondazioni reali. Alcune opere erano state commissionate direttamente dal sovrano, altre invece furono dovute alla generosità dei suoi ministri, che cercavano in tal modo di guadagnare il favore reale, per quanto non mancarono casi di “donaciones forzosas”, come le ha definite Jonathan Brown.

Il palazzo del Buen Retiro fu la principale destinazione di diverse opere italiane, benché anche i saloni dell’Alcázar, gli appartamenti dell’Escorial o monasteri come quello delle Decalzas Reales o la Encarnación si beneficiarono di opere di spiccata qualità. Nel loro insieme, queste opere di gran valore hanno contribuito a plasmare l'immagine pubblica della monarchia di Spagna e a forgiare i gusti e lo stile di vita dell'alta nobiltà.

Questo scenario mostra anche i cambiamenti sperimentati dalle residenze dei viceré spagnoli al ritorno da Napoli, molte delle quali vennero considerate tra le più sontuose dai cronisti dell'epoca. Spinti dal desiderio di perpetuare la propria memoria, non pochi di loro fondarono o beneficiarono al loro ritorno istituti religiosi, arricchendoli di pezzi acquistati durante il loro soggiorno in Italia.

I viceré di Napoli sono stati anche il canale attraverso cui pittori, scultori, architetti e musicisti hanno viaggiato per la Spagna, dove svilupparono un'intensa attività che influenzò direttamente il modo di lavorare degli artisti spagnoli.

Pedro Texeira, Topographia de la villa de Madrid descrita por don PedroTexeira (1656)
Madrid, Museo de Historia de Madrid

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
I VICERÉ E L'ARTE NAPOLETANA A CORTE

Il destino principale della gran parte di opere d'arte inviata in Spagna dai viceré di Napoli furono le residenze e le fondazioni reali. Alcune opere erano state commissionate direttamente dal sovrano, altre invece furono dovute alla generosità dei suoi ministri, che cercavano in tal modo di guadagnare il favore reale, per quanto non mancarono casi di “donaciones forzosas”, come le ha definite Jonathan Brown.

Il palazzo del Buen Retiro fu la principale destinazione di diverse opere italiane, benché anche i saloni dell’Alcázar, gli appartamenti dell’Escorial o monasteri come quello delle Decalzas Reales o la Encarnación si beneficiarono di opere di spiccata qualità. Nel loro insieme, queste opere di gran valore hanno contribuito a plasmare l'immagine pubblica della monarchia di Spagna e a forgiare i gusti e lo stile di vita dell'alta nobiltà.

Questo scenario mostra anche i cambiamenti sperimentati dalle residenze dei viceré spagnoli al ritorno da Napoli, molte delle quali vennero considerate tra le più sontuose dai cronisti dell'epoca. Spinti dal desiderio di perpetuare la propria memoria, non pochi di loro fondarono o beneficiarono al loro ritorno istituti religiosi, arricchendoli di pezzi acquistati durante il loro soggiorno in Italia.

I viceré di Napoli sono stati anche il canale attraverso cui pittori, scultori, architetti e musicisti hanno viaggiato per la Spagna, dove svilupparono un'intensa attività che influenzò direttamente il modo di lavorare degli artisti spagnoli.

Pedro Texeira, Topographia de la villa de Madrid descrita por don PedroTexeira (1656)
Madrid, Museo de Historia de Madrid

Chiesa
Palazze
Monumento
Cerimonia
Musica
Case reali
/VICERÉ
Percorri la galleria e scopri le biografie dei 28 viceré e luogotenenti che governavano il Regno di Napoli nel XVII secolo.
/CRONOLOGIA
Il lungo Seicento dei viceré di Napoli, segnato dalla successione dei differenti governi.
Muovi il cursore in orizzontale per scoprire gli eventi principali del secolo insieme ad i temi presentati in questo progetto.
1598
Morte del re Filippo II,gli succede Filippo III
Il duca di Lerma,nuovo favorito del re
1599
Matrimonio di Filippo IIIcon Margherita d'Austria
1600
Domenico Fontana iniziala costruzione del Palazzo Reale
1603
Visita a Napoli delduca di Mantova, Vincenzo Gonzaga
1607
Caravaggioa Napoli
1615
Matrimonio del principeFilippo di Spagna(futuro Filippo IV)con Elisabetta di Borbone
Inaugurazione del palazzodei Regi Studi
1617
Caduta delduca di Lerma
1618
Scoppia laGuerra dei 30 Anni
1621
Morte di Filippo III.Gli succede suo figlo Filippo IV
1622
Canonizzazione di S. Teresad'Avila, S. Ignazio di Loyola,S. Francesco Saverio eS. Isidro Labrador
Fondazione delconvento di Monforte de Lemos
Guido Renia Napoli
Il conte duca d'Olivaresè nominato valido
1625
Morte diGiovan Battista Marino
1627
Creazione dell'acquedotto di Carmignano
Primo invio di opereper la decorazione delPalacio del Buen Retiro
1630
Visita a Napoli dellainfanta Maria d'Ungheria,sorella di Filippo IV
Velázqueza Napoli
Artemisia Gentileschisi installa a Napoli
1631
Domenichinoa Napoli
1634
Giovanni Lanfrancoa Napoli
1635
Vittoria spagnolanella battaglia di Nördlinghen
1636
Imposizione della primapietra del convento delleagostiniane diSalamanca
1640
Scoppia la Guerradels Segadors e laGuerra di Restaurazione portoghese
1643
Il conte duca d'Olivaressi allontans dalla corte
Sconfitta spagnolanella batttaglia di Rocroi
1644
Morte della reginaElisabetta di Borbone
1646
Morte dell'infanteBaltasar Carlos
1647
Rivolta diMasaniello
Acquisto delPalazzo di Spagna in Romada parte del conte d'Oñate
1648
6 aprile.Repressione della rivoltadi Masaniello
Pace di Westfalia
1649
Inizio delle riforme aPalazzo Reale
Secondo matrimonio di Filippo IV,con Marianna d'Austria
1650
Secondo viaggio diVelázquez in Italia
Si presenta laprima opera a Napoli
Campagna militare per il recuperodi Portolongonee Piombino
1652
Presentazione dellaSala dei Viceré
1655
Apertura del nuovo conventodi cappuccine di Toledo
1656
Epidemia di pestea Napoli
1657
Primo invio di opereper la nuova decorazionedell'Escorial
1658
Feste por lanascita dell'infante Felipe Próspero
1659
Pace dei Pirenei
1661
Nascita diCarlo II
Inizia la costruzionedel convento di SantaMaría de Loreto diPeñaranda deBracamonte
1662
Apertura dellachiesa diSanta Maria del Pianto
1664
Acquisto ed invioin Spagna dellacollezione Serra
1665
Morte di Filippo IV,reggenza di Marianna d'Austria in nomedi Carlo II
Presenza di 3 ex vicerédi Napoli nelConsiglio di Reggenza
1667
Apertura dell'Ospedale di San Pietro eGennaro dei Poveri
1668
Termina la Guerradi Restauración portoghese
Obelisco diCarlo II ad Avellino
Inaugurazionedella nuova darsena
1670
Ambasciata di obbedienzadi Pedro Antonio de Aragóna Roma
1673
Nuovo sepolcro diAlfonso il Magnanimoa Poblet
1674
Scoppia larivolta di Messina
1675
Termina la reggenza diMarianna d'Austria.Carlo II inizia ilsuo governo
1676
Monumenti diCarlo II a Capua ea L'Aquila
1679
Matrimonio delre Carlo II conMaria Luisa d'Orleans
Morte diJuan José de Austria
Si concludono le operedi ampliamento del conventodi Cocentaina
1689
Matrimonio delre Carlo II conMarianna di Neoburgo
1692
Viaggio a Madriddi Luca Giordano
1696
Morte della reginaMarianna d'Austria
1697
Inaugurazione dell'epitaffio di Foggia
1700
Morte di Carlo II,incoronazione diFilippo V di Borbone
Congiura di Macchiaa Napoli
1702
Visita realedi Filippo V
Ritorno diLuca Giordano aNapoli
1707
Inizia ilviceregno austriaco
1580
1581
1582
1583
1584
1585
1586
1587
1588
1589
1590
1591
1592
1593
1594
1595
1596
1597
1598
Morte del re Filippo II,
gli succede Filippo III
1598
Il duca di Lerma,
nuovo favorito del re
1598
1599
Matrimonio di Filippo III
con Margherita d'Austria
1599
 
1600
Domenico Fontana inizia
la costruzione del Palazzo Reale
1600
 
1601
 
1602
 
1603
Visita a Napoli del
duca di Mantova, Vincenzo Gonzaga
1603
 
1604
 
1605
 
1606
 
1607
Caravaggio
a Napoli
1607
 
1608
 
1609
 
1610
 
1611
 
1612
 
1613
 
1614
 
1615
Matrimonio del principe
Filippo di Spagna
(futuro Filippo IV)
con Elisabetta di Borbone
1615
Inaugurazione del palazzo
dei Regi Studi
1615
 
1616
 
1617
Caduta del
duca di Lerma
1617
 
1618
Scoppia la
Guerra dei 30 Anni
1618
 
1619
 
1620
 
1621
Morte di Filippo III.
Gli succede suo figlo Filippo IV
1621
 
1622
Canonizzazione di S. Teresa
d'Avila, S. Ignazio di Loyola,
S. Francesco Saverio e
S. Isidro Labrador
1622
Fondazione del
convento di Monforte de Lemos
1622
Guido Reni
a Napoli
1622
Il conte duca d'Olivares
è nominato valido
1622
 
1623
 
1624
 
1625
Morte di
Giovan Battista Marino
1625
 
1626
 
1627
Creazione dell'
acquedotto di Carmignano
1627
Primo invio di opere
per la decorazione del
Palacio del Buen Retiro
1627
 
1628
 
1629
 
1630
Visita a Napoli della
infanta Maria d'Ungheria,
sorella di Filippo IV
1630
Velázquez
a Napoli
1630
Artemisia Gentileschi
si installa a Napoli
1630
 
1631
Domenichino
a Napoli
1631
 
1632
 
1633
 
1634
Giovanni Lanfranco
a Napoli
1634
 
1635
Vittoria spagnola
nella battaglia di Nördlinghen
1635
 
1636
Imposizione della prima
pietra del convento delle
agostiniane di
Salamanca
1636
 
1637
 
1638
 
1639
 
1640
Scoppia la Guerra
dels Segadors e la
Guerra di Restaurazione portoghese
1640
 
1641
 
1642
 
1643
Il conte duca d'Olivares
si allontans dalla corte
1643
Sconfitta spagnola
nella batttaglia di Rocroi
1643
 
1644
Morte della regina
Elisabetta di Borbone
1644
 
1645
 
1646
Morte dell'infante
Baltasar Carlos
1646
 
1647
Rivolta di
Masaniello
1647
Acquisto del
Palazzo di Spagna in Roma
da parte del conte d'Oñate
1647
 
1648
6 aprile.
Repressione della rivolta
di Masaniello
1648
Pace di Westfalia
1648
 
1649
Inizio delle riforme a
Palazzo Reale
1649
Secondo matrimonio di Filippo IV,
con Marianna d'Austria
1649
 
1650
Secondo viaggio di
Velázquez in Italia
1650
Si presenta la
prima opera a Napoli
1650
Campagna militare per il recupero
di Portolongone
e Piombino
1650
 
 
1651
 
1652
Presentazione della
Sala dei Viceré
1652
 
1653
 
1654
 
1655
Apertura del nuovo convento
di cappuccine di Toledo
1655
 
1656
Epidemia di peste
a Napoli
1656
 
1657
Primo invio di opere
per la nuova decorazione
dell'Escorial
1657
 
1658
Feste por la
nascita dell'
infante Felipe Próspero
1658
 
1659
Pace dei Pirenei
1659
 
1660
 
1661
Nascita di
Carlo II
1661
Inizia la costruzione
del convento di Santa
María de Loreto di
Peñaranda de
Bracamonte
1661
 
1662
Apertura della
chiesa di
Santa Maria del Pianto
1662
 
1663
 
1664
Acquisto ed invio
in Spagna della
collezione Serra
1664
 
1665
Morte di Filippo IV,
reggenza di Marianna d'Austria in nome
di Carlo II
1665
Presenza di 3 ex viceré
di Napoli nel
Consiglio di Reggenza
1665
 
1666
 
1667
Apertura dell'
Ospedale di San Pietro e
Gennaro dei Poveri
1667
 
1668
Termina la Guerra
di Restauración portoghese
1668
Obelisco di
Carlo II ad Avellino
1668
Inaugurazione
della nuova darsena
1668
 
1669
 
1670
Ambasciata di obbedienza
di Pedro Antonio de Aragón
a Roma
1670
 
1671
 
1672
 
1673
Nuovo sepolcro di
Alfonso il Magnanimo
a Poblet
1673
 
1674
Scoppia la
rivolta di Messina
1674
 
1675
Termina la reggenza di
Marianna d'Austria.
Carlo II inizia il
suo governo
1675
 
1676
Monumenti di
Carlo II a Capua e
a L'Aquila
1676
 
1677
 
1678
 
1679
Matrimonio del
re Carlo II con
Maria Luisa d'Orleans
1679
Morte di
Juan José de Austria
1679
Si concludono le opere
di ampliamento del convento
di Cocentaina
1679
 
1680
 
1681
 
1682
 
1683
 
1684
 
1685
 
1686
 
1687
 
1688
 
1689
Matrimonio del
re Carlo II con
Marianna di Neoburgo
1689
 
1690
 
1691
 
1692
Viaggio a Madrid
di Luca Giordano
1692
 
1693
 
1694
 
1695
 
1696
Morte della regina
Marianna d'Austria
1696
 
1697
Inaugurazione dell'
epitaffio di Foggia
1697
 
1698
 
1699
 
1700
Morte di Carlo II,
incoronazione di
Filippo V di Borbone
1700
Congiura di Macchia
a Napoli
1700
 
1701
 
1702
Visita reale
di Filippo V
1702
Ritorno di
Luca Giordano a
Napoli
1702
 
1703
 
1704
 
1705
 
1706
 
1707
Inizia il
viceregno austriaco
1707
1708
1709
1710
1711
1712
1713
1714
1715
1716
1717
1718
1719
1720
1721
1722
1723
1724
1725
1726
1727
1728
/AUTORI
  • Diana Carrió-Invernizzi
    Universidad Nacional de Educación a Distancia (UNED)
    COMMISSARIO
    Avellino
    Cabalgata en Roma de Pedro Antonio de Aragón
    Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone, Nápoles
    Ospedale dei Santi Pietro e Gennaro, Nápoles
    Palacio de Pedro Antonio de Aragón , Madrid
    Monasterio de Poblet
    El puerto y la dársena de Nápoles
    San Giacomo degli Spagnoli, Roma
    San Pietro in Montorio, Roma
    San Francesco di Paola, Roma
    Catedral de Toledo
    El convento de las Capuchinas de Toledo
    Tumbas reales en San Domenico Maggiore, Nápoles
    Viaje de Pascual y Pedro Antonio de Aragón
  • Ida Mauro
    Universitat de Barcelona
    COMMISSARIO
    Basilica di San Nicola, Bari
    Cappella Palatina, Nápoles
    Cappella del Tesoro di San Gennaro, Nápoles
    Castelnuovo, Nápoles
    Chiaia, Nápoles
    Convento de Peñaranda de Bracamonte
    Convento de Santo Domingo, Soriano
    Descalzas Reales, Madrid
    Encarnación, Madrid
    Fiesta de la víspera de San Juan, Nápoles
    La Huerta Almirante/San Pascual del Prado, Madrid
    L'Aquila
    Largo di Palazzo, Nápoles
    Lecce
    Monasterio de San Lorenzo de El Escorial
    Palazzo Traetto, Nápoles
    Poggioreale
    Posillipo
    Pozzuoli
    Procida, Ischia
    Procesión de los Quattro Altari, Nápoles
    Sala dei viceré de Palazzo Reale, Nápoles
    San Francesco Saverio/San Ferdinando, Nápoles
    San Giacomo degli Spagnoli, Nápoles
    San Ginés, Madrid
    Santa Isabel, Madrid
    Santa Maria del Pianto, Nápoles
    Solitaria (procesión Semana Santa), Nápoles
    Taranto
  • Joan Lluís Palos Peñarroya
    Universitat de Barcelona
    COMMISSARIO
    Palazzo Reale Vecchio, Nápoles
    Planta de Palazzo Reale, Nápoles
    Salones de Palazzo Reale, Nápoles
    Galeria de Palazzo Reale, Nápoles
    Lugarteniente Cardenal Zapata
  • Milena Viceconte
    Doctor en Historia del Arte
    COMMISSARIO
    Amalfi, cripta de Sant'Andrea
    Colegiata de Osuna
    La Vicaria, Nápoles
    León, capilla Guzmán
    Palazzo Donn'Anna, Nápoles
    Santa Teresa de Jesús, Madrid
    Salerno, cripta de San Matteo
  • Roberto Alonso Moral
    Legado Alfonso E. Pérez Sánchez. Fundación Focus-Abengoa. Sevilla
    AUTORE
    Esculturas napolitanas a las Agustinas Recoletas de Salamanca
    Esculturas napolitanas en San Ginés, Madrid
  • Attilio Antonelli
    Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per Napoli e Provincia
    AUTORE
    Fachada Palazzo Reale
    El Maestro de Ceremonias
    El parque de Palazzo Reale
  • Francesca Barbieri
    Università Cattolica di Milano
    AUTORE
  • Ciro Birra
    Università degli Studi di Napoli Federico II
    AUTORE
    Vista de Nápoles de Alessandro Baratta
  • Martine Boiteaux
    École des Hautes Études en Sciences Sociales
    AUTORE
    Fiesta de la Resurrección en Piazza Navona, Roma
  • Silvia Canalda i Llobet
    Universitat de Barcelona
    AUTORE
    Santa Maria di Monserrato, Roma
  • Sara Caredda
    Universitat de Barcelona
    AUTORA
  • Alfredo Chamorro
    Doctor en Historia
    AUTORE
  • Luigi Coiro
    Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
    AUTORE
    Solitaria, Nápoles
    San Blás, Lerma
    San Diego, Valladolid
  • Leticia de Frutos
    Consejera técnica. Ministerio de Educación, Cultura y Deporte
    AUTORE
    La Huerta del Almirante de Castilla, Madrid
    Palacio del Marqués del Carpio, Madrid
    Piazza di Spagna, Roma
    Venecia
  • Antonio Denunzio
    Intesa Sanpaolo. Beni archeologici e storico artistici
    AUTORE
    Regalos a los virreyes
  • José María Dominguez
    Universidad de La Rioja
    AUTORE
    Alessandro Scarlatti
    Francesco Paolo Capoccio
    Matteo Sassano, Matteuccio
    Tarantella de Caresana
  • Manuel Fernández del Hoyo
    Doctor en Historia
    AUTORE
  • Vittoria Fiorelli
    Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Napoli
    AUTORE
    Eremo de Suor Orsola Benincasa, Nápoles
  • Joana Fraga
    CHAM - Centro de História d'Aquém e d'Além-Mar / Portuguese Centre for Global History
    AUTORE
    Torreón del Carmine, Nápoles
  • David García Cueto
    Universidad de Granada
    AUTORE
    Santuario de Loreto
  • Giovanni Gargiulo
    Abbazia di Montevergine
    AUTORE
    Abadía de Montevergine
  • Carlos González Reyes
    Universitat de Barcelona
    AUTORE
  • Gabriel Guarino
    University of Ulster
    AUTORE
    Cabalgatas en Nápoles
  • Miguel Hermoso Cuesta
    Universidad Complutense de Madrid
    AUTORE
    El Real Alcázar de Madrid
    Luca Giordano en el Monasterio de San Lorenzo de El Escorial
    San Antonio de los Portugueses, Madrid
  • Sabrina Iorio
    Doctor en Historia del Arte
    AUTORE
    Fuentes en Nápoles
  • Ana Minguito Palomares
    Doctor en Historia
    AUTORE
    Escalera monumental de Palazzo Reale, Nápoles
    Palacio del Conde de Oñate, Madrid
    Palazzo di Spagna, Roma
    Presidios toscanos
    Palazzo dei Regi Studi, Nápoles
    Sala Regia de Palazzo Reale, Nápoles
    Teatro San Bartolomeo, Nápoles
    Lugarteniente Beltran de Guevara
  • María Jesús Muñoz González
    Universidad Complutense de Madrid
    AUTORE
    Convento de Cocentaina
  • Laura Palumbo
    Universitat de Barcelona
    AUTORE
  • Ángel Rivas Albaladejo
    Universidad Complutense de Madrid
    AUTORE
    La Chinea, Roma
    Convento de la Maddalena, Nápoles
    Convento de las Agustinas, Salamanca
    Palacio de Monterrey, Madrid
    Viaje conde de Monterrey
    Madrid, Palacio del Buen Retiro
  • Renato Ruotolo
    Historiador del Arte
    AUTORE
    Conventos españoles en Nápoles
    Puertas de la ciudad de Nápoles
  • Manuela Sáez González
    Doctora en Historia del Arte
    AUTORE
  • Fernando Sánchez Marcos
    Universitat de Barcelona
    AUTORE
    Lugarteniente Juan José de Austria
  • Diego Sola
    Universitat de Barcelona
    AUTORE
    Gaeta
    Sevilla, Casa de Pilatos
  • Giulia Veneziano
    Conservatorio di Musica "San Pietro a Majella"- Napoli
    AUTORE
    Pio Monte de la Misericordia, Nápoles
    San Giacomo degli Spagnoli, Nápoles
    Música en la Real Cappella, Nápoles
    Música en el Teatro di Corte, Nápoles
  • Piero Ventura
    Università degli Studi di Napoli Federico II
    AUTORE
    Santo Spirito dei Napoletani, Roma
/CREDITS
Mostra virtuale realizzata grazie al supporto di Culture Programme 2007-2013, finanziata dall’Unione Europea.
Il lavoro è stato realizzato dal gruppo di ricerca “Poder y Representación” dell’Universitat de Barcelona, nell’ambito del Progetto Europeo ENBACH (European Network for the Baroque Cultural Heritage).
Llicència de Creative Commons