San Festo e San Desiderio, Napoli
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Autoria
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Gemma Colesanti, Antonio Bertini
Nom
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San Festo e San Desiderio, Napoli
Altres noms
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S.Marcellino e Festo nel 1565
Dades cronològiques
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c.a.790
Ordes
BenedictinesDe 1100 a 1550
Comunitats relacionades
San Mercurio, Canne- Edifici Arquitectura
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La fondazione del monastero dei SS. Festo e Desiderio, ad opera di Stefano II, duca dal 755 al 766 e vescovo di Napoli dal 767, risale alla metà dedll’VIII secolo. Basiliano in origine, il monastero aderì nel X secolo alla regola benedettina. Come risulta da numerosi documenti d’archivio, tra i due monasteri (Santi Marcellino e Pietro e Santi Festo e Desiderio) contigui non correvano buoni rapporti. Le monache di S. Marcellino, più ricche e potenti, fin dalla metà del Quattrocento, avevano tentato di annettersi l’attiguo convento che, per questo, era stato costretto a pagare il prezzo della propria indipendenza con la cessione di parte del suo giardino, utilizzato per l’ampliamento del monastero vicino. In seguito alle direttive del Concilio di Trento sulla riforma degli ordini religiosi e dei conventi, il cardinale Antonio Carafa, arcivescovo di Napoli nel 1564, prescrisse l’unione al convento di S. Marcellino di quello di S. Festo, malgrado le violente e prolungate proteste delle suore di quest’ultimo. L’osservanza delle regole della clausura, imposte dal Concilio tridentino, richiese la radicale trasformazione degli edifici ed, in particolare, del chiostro e del dormitorio. Nel 1565 il monastero dei Santi Festo e Desiderio venne soppresso e unito al precedente. Il nuovo complesso venne chiamato dei Santi Marcellino e Festo, così come viene chiamato ancora oggi.
- Arqueologia
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Il monastero dei Santi Festo e Desiderio si trovava a ridosso delle mura che separavano la città dal mare, nei pressi della porta “Ventosa” nei pressi di uno dei margini che delimitavano il vallone dove scorrevano le acque meteoriche. Sul vallone, in epoca aragonese, fu realizzata una stradina chiamata vico Mezzocannone, luogo di tintori, immondo e maleodorante, così come ce lo descrive la Serao. Molti sono gli elementi di spoliazione che sono conservati in tutto il complesso. Nel chiostro rettangolare, in particolare, è stata allestita una piccola esposizione degli elementi ritrovati.
Bibliografia i enllaços
- Bibliografia
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Capasso, B., 1895. Topografia della città di Napoli nell'XI secolo, Bologna: Forni.
Strazzullo, F., 1962. Postille alla "Guida sacra della Città di Napoli" del Galante, Napoli: Tip. D'Agostino.
Ceci, G., 1900. I Reali Educandati femminili a Napoli, Napoli: s.n.
Capasso, B., 1895. Topografia della città di Napoli nell'XI secolo, Bologna: Forni.
Ceci, G., 1900. I Reali Educandati femminili a Napoli, Napoli: s.n.
Strazzullo, F., 1962. Postille alla "Guida sacra della Città di Napoli" del Galante, Napoli: Tip. D'Agostino.
- Paraules clau
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Ippolita Mormile, Giulia di Sangro, Isabella di Sangro, Maria Macedonia, Crisostoma Carafa, Lucrezia Carafa , Cornelia Filomarino, Aloisia Filomarino
- Geogrà fics
-
Campania
- Notes





