Il principale prodotto della ricerca scientifica. Monographs and open access: a report to HEFCE

Versión para impresiónVersión para impresión
Maria Cassella
Divisione Sistema Bibliotecario di Ateneo
Università di Torino

Higher Education Funding Council for England (2015). Monographs and Open Access. A report to HEFCE. http://www.hefce.ac.uk/pubs/rereports/year/2015/monographs/

Nel 2014 l’Higher Education Funding Council for England (HEFCE) ha finanziato uno studio sul tema delle monografie e dell’accesso aperto ovvero sulle humanities ed il loro atteggiamento verso l’accesso aperto. È noto, infatti, che il movimento dell’accesso aperto nasce in ambito STM e si concentra nella sua fase iniziale sull’articolo scientifico. Progressivamente, ma anche molto lentamente, il movimento si è rivolto anche alle discipline umanistiche e alle scienze sociali. Per umanisti e studiosi delle scienze sociali la monografia era, e resta, il principale prodotto della ricerca scientifica. Perché - si chiede l’HEFCE - la monografia fa più fatica ad entrare nel circuito delle pubblicazioni ad accesso aperto?

Quali i vantaggi e i limiti di adottare un modello di business ad accesso aperto per  le monografie? Chi paga? Quali vantaggi per gli autori? Quali rischi per gli editori?

A queste domande cerca di rispondere lo studio finanziato dall’Higher Education Funding Council for England realizzato in collaborazione con un gruppo di esperti del settore (Expert Reference Group) e scritto da Geoffrey Crossick, docente di Humanities presso la School of Advanced Study dell’University of London.

La monografia è stata meno interessata dal passaggio al digitale che non il periodico accademico.
Resta il principale prodotto di ricerca degli umanisti, anche se differenze sostanziali esistono da una disciplina all’altra; recentemente si manifesta una lieve tendenza degli umanisti a scrivere più articoli che non in passato per seguire le scadenze temporali dei differenti esercizi di valutazione (ad esempio, REF in UK). Alcuni umanisti cominciano a sentire questa pressione. 

Le procedure e gli esercizi di valutazione possono incidere profondamente sui comportamenti di pubblicazione; pertanto:

“institutions should be aware of the risk of deterring academics from writing monographs in disciplines where they are an important part of research communication, and those developing policy in this area should demonstrate that they have taken into account its possible impact on the ecology of scholarly communication.” (p. 20)

Da interviste informali, realizzate in alcune università britanniche, sembra sia possibile per un umanista accedere ad una cattedra accademica anche senza aver pubblicato nessuna monografia.
Sotto il profilo editoriale i confini tra monografia breve e articolo lungo sfumano, concettualmente la monografia resta, tuttavia, il prodotto più complesso e maturo per la carriera di un umanista o di un docente di scienze sociali. Pertanto le politiche che hanno un impatto sulla comunicazione scientifica devono riconoscere l’importanza della monografia e sostenerne la pubblicazione.

La crisi della monografia accademica e le opportunità della pubblicazione in open access

La crisi della monografia accademica, della quale si parla in modo diffuso, è più un mito che una realtà. La tiratura delle copie è si diminuita negli anni, ma è contestualmente aumentato il numero di titoli pubblicati dagli editori accademici, la spesa per le monografie delle biblioteche aderenti a SCONUL passa da 8.2 m di sterline a 16.9 m di sterline dal 2009/10 al 2012/13. Le biblioteche accademiche restano il principale acquirente per la monografia accademica ma cambiano i modelli di acquisto: il modello che si sta affermando negli ultimi anni è il Patron Driven Acquisition che consente alle biblioteche di soddisfare le esigenze degli utenti e, nel contempo, di razionalizzare la spesa per gli acquisti. Anche i docenti sono forti acquirenti di monografie. Gli acquisti personali e il mercato globale sono un driver importante nella domanda di monografie accademiche.

Aumenta la richiesta di ebooks: Oxford con la serie Oxford Scholarship Online e Springer trainano il mercato degli ebooks accademici. Il panorama è, pertanto, estremamente variegato.

“The acceptability of electronic academic books, and the continuing preference of many for print, must therefore be taken into account when considering open-access models, rather than assuming that an enthusiasm for online journal articles implies a similarly positive response to online monographs” (p. 23).

Pertanto: “in developing policies for open access it is important that it be seen not as a response to crisis but, rather, as a way to increase ease and range of access and thus to improve scholarly interaction and communication” (p. 26).

Un ulteriore tema deve essere esplorato se si vuole favorire il passaggio della monografia accademica verso modelli open access ed è quello della qualità ovvero: come viene valutata e salvaguardata la qualità della monografia accademica nel mondo cartaceo e come può esserlo nel formato digitale? Tradizionalmente la monografia non è soggetta a peer-review ma solo a forme di post-revisione attraverso le recensioni. Non c’è al momento alcuna preclusione a che la pratica della peer-review si diffonda anche alle monografia, ma ci sono problemi di sostenibilità e di rigore. Nuove forme di open peer review cominciano ad essere esplorate anche per le monografie ma mancano di standardizzazione e sono solo in fase sperimentale. Chiaramente la pubblicazione ad accesso aperto favorisce la sperimentazione di nuove forme di peer-review, così come scrive Peter Suber (2012), citato da Crossick:

“open access is compatible with every kind of peer review, from the most traditional and conservative to the most networked and innovative.” (p. 28)

Nel caso delle monografie il brand editoriale gioca un ruolo rilevante; pertanto la transizione all’OA dovrà tener conto di questo ruolo ed essere sostenuta dagli editori più reputati.
Il report procede, quindi, nell’esaminare le opportunità e le sfide del modello open access per la monografia accademica.

Tra i vantaggi la maggiore disseminazione e il maggiore impatto vantaggi che si estendono anche a tutti i paesi in via di sviluppo.

Le opere di reference pubblicate ad accesso aperto possono essere aggiornate ed arricchite in tempo reale, il text mining è possibile. Nel settore della didattica l’open access consente di distribuire agevolmente agli studenti libri e capitoli di libri; studenti e docenti possono aggiungere valore all’opera attraverso annotazioni e commenti.  Il valore aggiunto di una monografia open access risiede appunto nella sua capacità di restituire al libro la forza comunicativa e di mettere in relazione le comunità di studiosi, interni ed esterni all’accademia.

A quest’ultimo aspetto i finanziatori dovranno porre molta attenzione:

“funders should play a role in facilitating through pilots and the formulation of standards those developments that will help digital open access realise its potential for innovation in research communication, collaboration and practice.“ (p. 36)

Le sfide da affrontare per chi vuole adottare l’accesso aperto per le monografie sono ancora numerose. In primo luogo si pone il problema del brand e del controllo di qualità della monografia open access. Infatti, l’open access è legato sovente ad editori emergenti; la qualità deve essere, quindi, garantita da comitati scientifici o da panel di esperti.

Il secondo problema rilevante da affrontare è il modello di business; la pubblicazione nelle scienze umane e sociali è poco finanziata e la via gold sembra essere poco sostenibile.

Non è da trascurare, inoltre, il tema delle royalties. Alcuni autori accademici, pochi in verità, ricevono royalties dalla pubblicazione delle loro monografie; per questi autori l’unico vantaggio di pubblicare ad accesso aperto sarebbe quello di aumentare la disseminazione del proprio lavoro.
Anche i meccanismi di avanzamento nella carriera devono essere attentamente presi in considerazione: nessun tipo di discriminazione deve essere fatta per chi pubblica monografie ad accesso aperto; anzi, l’idea potrebbe essere quella di incentivare gli autori tramite meccanismi di premialità ed incentivi. 

“In the long run, if e-books (and then open access) become more widely accepted by the academic community as the equivalent of print books, these impediments might disappear, but it might at the moment constitute a source of hesitation about open access.”  (p. 39).
Parimenti l’aspetto tecnologico e lo sviluppo delle interfacce di ricerca influenzeranno in modo notevole il futuro della monografia ad accesso aperto.

Licenze open per le monografie di ricerca

Il tema delle licenze è cruciale per l’open access. Se l’accesso aperto deve avere un impatto sulla società è importante che il riuso e l’interoperabilità vengano garantite. D’altro canto molti autori accademici premono per il riconoscimento del loro lavoro che le licenze di pubblico dominio, come la CC0, non tutelano. È necessario trovare un equilibrio tra la tutela della proprietà intellettuale e il pubblico dominio. Molti autori giudicano anche la licenza CC-BY eccessivamente permissiva.

Le licenze CC-BY-NC (non commerciale) e ND (non opere derivate) sembrano offrire maggiori garanzie. Un’indagine realizzata dall’editore Taylor & Francis nel 2014 tra gli autori che pubblicano con T&F dimostra che gli autori privilegiano il tipo di licenza più restrittivo: la CC-BY-NC-ND.

Il quadro è complicato dal fatto che le licenze CC hanno una portabilità nazionale e le interpretazioni e applicazioni concrete possono divergere da un paese all’altro.

In ogni caso, non c’è un consenso tra gli autori sul tipo di licenza più idonea per la pubblicazione monografica. Un’analisi delle monografie indicizzate dalla directory  DOAB rivela che il 60% dei titoli adotta una licenza di tipo CC-BY-NC-ND. L’utilizzo di licenze più restrittive può essere un incentivo importante per gli autori di monografie accademiche.

I diritti di terzi giocano un ruolo davvero cruciale nella pubblicazione della monografia accademica. Per questo  andrebbe discusso un piano di azione tra gli stakeholders per capire in che modo i diritti di terzi possono essere tutelati nel passaggio della monografia accademica all’open access.

Il report procede, quindi, nell’esame delle implicazioni che il passaggio della monografia accademica al modello di pubblicazione open access potrebbe avere su: università, biblioteche, editori, società professionali.

Per le università il tema dell’open access ha un impatto sulle attività delle university press.  La mission delle university press è tradizionalmente orientata alla disseminazione in rete e all’accesso aperto;  la loro sostenibilità è, comunque, un tema da non trascurare. Infatti: “for university presses to work as open-access presses, however, will require strong and sustainable business models, which in most cases would involve some form of subvention from the university, and for some existing university presses this might represent an increased subvention.” (p. 53) 

Knowledge Unlatched è un’interessante iniziativa che sostiene in modo consortile la pubblicazione di monografie ad accesso aperto.

Le biblioteche hanno sempre giocato un ruolo fondamentale nella diffusione dell’accesso aperto. Il loro ruolo si è rafforzato negli anni grazie all’open access, si è orientato sempre più al supporto alla ricerca.

Editori e società professionali sono altri due key players nel mondo dell’open access. In  modo particolare, le società professionali non hanno fini di lucro ma sovente si appoggiano per le loro pubblicazioni ad editori commerciali; il passaggio all’accesso aperto dovrà, quindi, prendere in considerazione le diverse tipologie di accordi tra editori e società professionali.

Il report affronta, infine, il tema dei modelli economici atti a sostenere la pubblicazione di monografie ad accesso aperto. Per le monografie di ricerca non esiste un modello economico univoco e difficilmente sarà possibile che un modello si affermi sugli altri. È altamente probabile, invece, che i diversi modelli – new university press, mission-oriented open access, freemium open access, author payment – continuino a convivere. Perciò, conclude Crossick: “it may be of value for policymakers to collaborate to monitor and evaluate, and perhaps facilitate, the development and implementation of business models for open access as a preliminary to introducing mandates.”(p. 65)